Se è vero che per apparire “diversi” e fuori dal “sistema” si deve per forza indossare un outfit underground, un misto di grunge, Margiela e Vetements, viene da pensare che la ventenne più controcorrente oggi indosserebbe un tailleur di Chanel. A New York come a Londra e Parigi chi appartiene alla fashion tribe esibisce felpe oversize e cargo pants accoppiati a tshirt con la scritta DHL. È ciò che amiamo vedere in passerella e decisamente meno per strada e non perché siamo vecchi reazionari ma perché ha senso lì e basta. Ma passiamo a Masha Ma, che appartiene a questa macro-tendenza street-sport-urban-underground in un modo interessante, se consideriamo che viene dalla Cina ed è l’unica del suo paese (tra tutti gli stilisti cinesi che sfilano nelle quattro maggiori settimane della moda) a seguire questo filone.

Masha Ma fa parte di quel gruppo di giovani designer che sfilano a Parigi, tra cui annoveriamo Vetements, Jacquemus, Y/Project, Koché e Aalto. Ha una vibe un po’ Vetements ma riesce sempre ad inserire qualcosa di inaspettato; in questo caso si tratta di un buon numero di capi (minigonne, pantaloni e giubbotti) argentati, forse i più originali della collezione s/s 2017. A questi si aggiungano giubbotti da lavoro con zip, giubbotti impermeabili, una gonna color argento con frange che sembra uscita dalla versione sci-fi di Soldato Blu, un uso massiccio (quasi abuso) del color giallo limone e improvvise ruches che fanno tornare in mente le sfilate londinesi di questa stagione ma pure i nefandi anni di Reagan. La signorina è decisamente brava ma deve riuscire a creare una propria identità, che non sia assimilabile a quella di marchi che l’hanno sorpassata in fama e anticipata nelle idee. Il talento c’è, bisogna tirarlo fuori.

 

masha-ma.com