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All about Tag: review

22 / / 12 / / 2022

EO di Jerzy Skolimowski

Della strada il cinema americano ha fatto una metafora. Dall'espansione all'evasione, dalla fondazione alla ricerca di sé stessi, non possiamo dire che la sua mitologia non abbia lasciato un'impronta nella nostra memoria di celluloide. Una traccia così profonda da farci dimenticare spesso che il viaggio è trasformazione, non illusione
[…]
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26 / / 11 / / 2022

SHE SAID

Al Torino Film Festival è stato presentato She Said di Maria Schrader, il film che analizza da una prospettiva femminile il caso Weinstein, il punto di partenza e di non ritorno di quella slavina che è stato il #MeToo. Un buon film, sobrio e giusto, ma qualcosa manca
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14 / / 09 / / 2022

The Banshees of Inisherin

Dalla Mostra del Cinema di Venezia forse il film più criptico di Martin McDonagh, ma anche il più inaspettato, comico, tragico, violento, dolcissimo, in cui un uomo perde l'innocenza e l'altro la riconquista
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10 / / 09 / / 2022

The Whale

Quando scegliamo di diventare noi stessi la vita va in pezzi e potremmo passare tutto il resto dei nostri giorni nel tentativo di rimetterli insieme, lasciando che il nostro corpo diventi quel campo di battaglia che non sarebbe mai stato se a un certo punto non avessimo scelto di lottare per la nostra identità. In sala dal 23 febbraio il nuovo film di Darren Aronofsky, con un Brendan Fraser da Oscar
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08 / / 09 / / 2022

Master Gardener

Da Venezia 79 il nuovo film di Paul Schrader presentato Fuori Concorso. Un'altra prova della sua maturità artistica e registica, ma non siamo ancora al film di fine carriera destinato a rimanere nella Storia del cinema
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07 / / 09 / / 2022

Riget Exodus di Lars Von Trier

Dopo oltre venticinque anni il cineasta danese rimette mano ad un progetto iconico, ricordo di un’epoca in cui gli autori, a partire da David Lynch con Twin Peaks, avevano manifestato interesse in un’incursione nella serialità, cambiandone profondamente l’aspetto, giocando e mettendo in crisi i generi. Con Trier è il medical ad essere contaminato con l’horror, col grottesco, ad essere pervaso da un umorismo nero
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23 / / 10 / / 2021

ONE SECOND

Ci sono film che come i colori rimangono negli occhi. Basta chiuderli per passare da un tutto indistinto blu: jeans, petrolio, carta da zucchero, all'esperienza virtuale dell'emersione delle forme, che si stagliano mute nella mente, grazie a un cono di luce. Eccolo il cinema! Quel ritaglio rettangolare, memoria di uno schermo, anzi, ancor prima: di una fotografia. Ma la folgorazione avviene se ci sposta dietro, solo in quel nonluogo intuiamo la magia cinefila della proiezione. Quell'immagine inesistente, pulviscolo luminescente, che dall'altra parte è narrazione in movimento. È strano pensare che ancora oggi qualcuno riesca a emozionarci così, in un tempo di scrolling infinito, dove le immagini hanno perso il potere di colpire, significare, provocare turbamenti duraturi. Ancor prima di loro in realtà è quell'azione di accendere, accompagnata da un suono inconfondibile, a parlarci di un amore dimenticato: il Cinema, dove anche un secondo è vitale, perché è sufficiente per condensare il valore profondo di un legame
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21 / / 10 / / 2021

PASSING

Vivere tra due mondi. Oggi sembra la normalità. Un'eventualità da esaltare, rendere ancora più plurale. Le frizioni ci inebriano, i contrasti ci seducono, la monodimensionalità appare come il più temibile dei mali. La non scelta, la possibilità di abitare transitando, non senza gerarchie o sofferenze, è una condizione esistenziale da cui spesso abbiamo imparato a trarre il meglio. Ed è passato circa un secolo, da quei ruggenti anni Venti del Novecento, tempo anche di Proibizionismo, che sono il retroterra culturale e il tempo storico di Passing, esordio alla regia dell'attrice Rebecca Hall
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16 / / 09 / / 2021

DUNE

Grande attesa a Venezia 78, dove è stato presentato fuori concorso, e anche in sala, da oggi, per l'uscita di Dune, la prova epocale di Denis Villeneuve, chiamato a confrontarsi col romanzo fantascientifico di Frank Herbert, dopo i tentativi parzialmente o completamente “falliti” di David Lynch e Alejandro Jodorowsky. Quest'ultimo in particolare non è mai riuscito a portarlo sullo schermo, ma il suo sforzo immaginativo è entrato nel mito e nella leggenda
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12 / / 09 / / 2021

SCENES FROM A MARRIAGE

Non è facile comprendere la motivazione che ha spinto Hagai Levi ad accettare la proposta di Daniel Bergman di proporre una nuova versione del capolavoro del padre Scene da un matrimonio, originariamente pensato nel 1973 per la televisione, e diviso in sei parti, episodi o scene, come preferiamo chiamarli, a seconda della nostra focalizzazione sull'aspetto seriale o teatrale. Se più volte lo sceneggiatore, regista e produttore israeliano ha dichiarato l'influenza dell'opera in questione del maestro svedese sul proprio lavoro, ciò non basta per raccogliere la sfida e provare ad attualizzare la storia di una coppia costretta ad affrontare la crisi del proprio matrimonio, all'interno di un contesto storico e ambientale di grande trasformazione
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11 / / 09 / / 2021

L’ÉVÉNEMENT

Il “fallimento” del cinema al femminile, in questo periodo storico di opportunità meritate e indulgenze dovute, quest'anno ha un titolo: L'Événement, della regista francese di origini libanesi Audrey Diwan, che a Venezia 78 presenta in concorso una dramma sull'aborto clandestino, rifacendosi al romanzo autobiografico di Annie Ernaux. Può sembrare un incipit molto forte per un film che si dice abbia fatto “piangere i giornalisti” e profondamente provato, anche fisicamente, il pubblico in sala, ma il merito di queste eccessive escandescenze non va certamente alla regista, che lo sviluppa come un'abusata storia di emancipazione, tutta ideologia e, guizzo fuori dal comune, con una sensibilità body horror, se così si vuole definire la scelta di rendere concreto, carnale, visibile l'aborto, bensì purtroppo alla novità del tema, alla sua sommaria trattazione fino ad oggi sullo schermo
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10 / / 09 / / 2021

SUNDOWN

C'è un uomo sulla spiaggia che assiste a un omicidio senza un battito di ciglia. È un uomo rassegnato, annoiato, finito. Il suo passo è stanco, le palpebre pesanti, la schiena ricurva. Quando il sole tramonta sull'esistenza è come se il nostro corpo cambiasse stato. Molle è l'aggettivo che meglio descrive quella rilassatezza data dall'assenza di speranza. Non c'è tumulto nell'animo per colui che si trascina spegnendosi come una fiammella. Eppure c'è in questo personaggio, portato sullo schermo da Tim Roth, qualcosa di straordinariamente vitale
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07 / / 09 / / 2021

THE LOST DAUGHTER

Ci sono temi che rappresentano dei tabù. Sarà per questo che solo ora sentiamo il bisogno di esplorarli sul grande schermo? Se ci siamo abituati col tempo, non senza ferite, a padri assenti, violenti, bugiardi, incapaci di relazionarsi con i figli e di esprimere le proprie emozioni (in realtà non si è scavato abbastanza anche nella loro identità e nel loro sentire), decisamente maggiore è stata la reticenza nell'indagare la maternità, da un punto di vista femminista e femminile. Che cosa significa essere madre?
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07 / / 09 / / 2021

THE CARD COUNTER

Partiamo da un presupposto: per apprezzare pienamente il cinema di Paul Schrader bisogna essere sulla sua lunghezza d’onda. Esistono il Bene e il Male, due grandezze che oltrepassano l’essere umano, ma tra cui quest’ultimo si dibatte, nella speranza di salvarsi. C’è un contesto storico e culturale, gli anni Settanta (compresa la seconda metà dei Sessanta) […]
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07 / / 09 / / 2021

THE POWER OF THE DOG

C'è un po' della Blanche DuBois di Tennessee Williams, del suo delirio e del suo rapporto, caratterizzato dalla repressione sessuale, con Stanley Kowalski, in Rose; un po' dello stato di abbandono e di isolamento di Una moglie di Cassavetes; c'è un'aura maledetta e decadente che richiama il Dorian Gray di Oscar Wilde in Peter; c'è quella psicosi sessuale con cui si guarda alla figura del cowboy nella fortunata serie I Love Dick, (ma spogliata di quella leggerezza) e l'omoerotismo tra cowboy, anche in questo caso in parte represso, di Brokeback Mountain nel rapporto tra Phil e il giovane Peter
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26 / / 08 / / 2021

IL LEGIONARIO

Casa, famiglia e identità. Tre temi che si intrecciano ed entrano in contrasto nel primo lungometraggio di Hleb Papou, regista di origini bielorusse, oggi italiano, presentato nella sezione Cineasti del Presente a Locarno 74. Con uno sguardo fuori dal coro viene affrontato il discorso dell'emergenza abitativa, a partire da una storia che vede opporsi due fratelli, immigrati di seconda generazione, africani, che hanno scelto strade diametralmente opposte di integrazione
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21 / / 08 / / 2021

I GIGANTI

Che cosa portiamo con noi quando intraprendiamo la strada dell'abisso? Sappiamo dove stiamo andando mentre ci riuniamo per darci conforto e distrazione? Aleggia, non del tutto inatteso, uno spettro nel film di Bonifacio Angius, presentato alla 74esima edizione del Festival di Locarno
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16 / / 07 / / 2021

ORANGES SANGUINES

Senza dubbio una scoperta di quelle capaci di toccare tutte le corde emotive, di tirare fuori istinti e pulsioni, di parteggiare per la cattiveria, la vendetta, la brutalità e addirittura la tortura, perché si sa, almeno una volta nella vita, a tutti è data l'occasione per diventare dei mostri
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15 / / 07 / / 2021

IL GINOCCHIO DI AHED

Un cinema di pancia, sincopato e rabbioso è quello che ci propone l'autore israeliano Nadav Lapid, in concorso alla 74esima edizione del Festival di Cannes. Un film nel film, o meglio la storia di un regista Y, in cerca di finanziamenti per il suo nuovo progetto audiovisivo dedicato all'attivista palestinese Ahed Tamimi
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11 / / 07 / / 2021

FLAG DAY

È certamente il tempo dei personaggi non solo antieroici ma apertamente perdenti. La crisi che mettono in scena è quella della società che li ha generati o all'interno della quale non riescono a integrarsi. Anche la figura del rapinatore o del falsario, decadente ma pur sempre ammantata di fascino e ambiguità, viene disarcionata
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