11 / / 09 / / 2021
Il “fallimento” del cinema al femminile, in questo periodo storico di opportunità meritate e indulgenze dovute, quest'anno ha un titolo: L'Événement, della regista francese di origini libanesi Audrey Diwan, che a Venezia 78 presenta in concorso una dramma sull'aborto clandestino, rifacendosi al romanzo autobiografico di Annie Ernaux. Può sembrare un incipit molto forte per un film che si dice abbia fatto “piangere i giornalisti” e profondamente provato, anche fisicamente, il pubblico in sala, ma il merito di queste eccessive escandescenze non va certamente alla regista, che lo sviluppa come un'abusata storia di emancipazione, tutta ideologia e, guizzo fuori dal comune, con una sensibilità body horror, se così si vuole definire la scelta di rendere concreto, carnale, visibile l'aborto, bensì purtroppo alla novità del tema, alla sua sommaria trattazione fino ad oggi sullo schermo
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10 / / 07 / / 2021
Se il cinema è rispecchiamento saranno felici tutte le giovani donne millennial, la loro (la nostra) brama di personaggi femminili sfaccettati, incerti, liberi, femministi ma non troppo, quel tanto che basta per restare immancabilmente “forever young”, fortunate con gli uomini ma incapaci realmente di amare, perché troppo occupate a capire da che parte siano girate ma soprattutto spinte dagli eventi a crescere, maturare e trovare (forse) la propria strada un po' più in là, con gli anni, e poi capaci di arrendersi inevitabilmente al destino: vivere sole
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06 / / 10 / / 2020
Azione, correzione, redenzione. Sembrerebbe svilupparsi in questa direzione la storia di Corpus Christi, il film di Jan Komasa, Premio per l'inclusione Edipo Re alle Giornate degli Autori di Venezia '76, candidato all'Oscar nel 2019 come Miglior Film Internazionale per la Polonia e in sala a partire dal 29 ottobre con Wanted Cinema, se non fosse per quel finale che rimescola le carte, lasciandoci con molti interrogativi aperti, uno su tutti: è possibile, pur volendolo strenuamente, sottrarsi allo stigma della colpa?
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