È uno degli artisti italiani contemporanei più rappresentativi, tanto in campo musicale quanto in quello delle arti visive. Dagli inizi nella scena hardcore ai Ninos Du Brasil, senza dimenticare il progetto Codalunga e la collaborazione con Club To Club, che continua anche in questo 2015.

Nico Vascellari, Into the-Infinity of Thoughts, 2014. Photo: Massimo Valicchia. Courtesy of the artist, Monitor Roma.

V: Sei poliedrico, energico, capace di transitare da una forma d’arte all’altra. Qual è il filo conduttore di questa cross-disciplinarietà?

NV: Quello che faccio non esce mai dalla mia esperienza diretta, dal mio vissuto. Quindi se c’è un filo conduttore non posso che essere io. Non credo sia una scelta essere un artista, lo è persistere nell’esserlo.

V: Mi pare che la tua ricerca come artista si snodi tra primordiale e concettuale. Esiste un momento o un’opera d’arte precisa in cui hai scelto di lavorare sul dialogo tra questi due estremi? 

NV: Direi A Great Circle, una delle mie prime opere. Si tratta di un video che raccoglie tre performance facenti parte di un unico progetto, il cui obiettivo era fare incontrare due mondi: uno sotterraneo e l’altro di superficie. In quel progetto ho coinvolto i With Love, con cui suonavo da tempo concretizzando questa idea.

V: Nelle tue opere c’è una forte presenza della natura. Ma mi pare non sia rassicurante. Non c’è pace quanto piuttosto una costante ricerca della wilderness. È così?

NV: Penso che il mio sguardo sulla natura sia romantico e disilluso. In questo condivido la visione di Werner Herzog che, parlando della giungla, tra le altre cose dice: “Se ci guardiamo attorno, potremmo dire che in effetti esiste una certa forma di armonia, l’armonia di un travolgente omicidio collettivo […]. Dobbiamo convincerci del fatto che l’armonia – per come la tendiamo – non esiste. Dico questo pieno di ammirazione per la giungla. Non la odio affatto, la amo molto. Ma la amo a dispetto del mio buon senso”. 

V: E poi c’è anche il notturno, giusto?

NV: C’è da sempre una fascinazione per quello che non vedo. Il buio primario. Immaginare e fantasticare al punto di non poter rimanere tra le coperte del letto. L’ho sempre fatto. Di recente ho riscoperto i notturni di Chopin e il piacere di camminare di notte nella foresta alla ricerca di cinghiali e altri animali notturni. Da tempo mi riprometto di andare in Transilvania. Credo di aver trovato ora la giusta persona con cui condividere questo viaggio.

V: Hai definito la musica al tempo dei With Love una sorta di “attivismo a livello del sottosuolo”. Del resto il mondo dell’hardcore è pervaso dall’etica del Do It Yourself, dell’impegno inteso come autosollecitazione che si trasforma in coinvolgimento. Possiamo leggere il progetto di Codalunga in diretta continuità con questa affermazione?

NV: Indubbiamente. Soprattutto per quanto riguarda l’idea di DIY. Codalunga è nata essenzialmente come piattaforma per ospitare esperimenti di amici. Nel tempo è diventato anche uno strumento di analisi geografica, sia territoriale sia emotiva.

V: Parliamo ora dei Ninos du Brasil. In questo progetto musicale che cos’hai conservato di ciò che eri e cos’hai introdotto di nuovo?

NV: Un aspetto che differenzia i Ninos Du Brasil rispetto a qualsiasi altro mio progetto musicale precedente è l’idea di intrattenimento. Mi piace l’idea che il pubblico possa anche divertirsi guardandoci e ascoltandoci.

V: Sempre sui Ninos: una commistione tra batucada, noise, samba e elettronica. Mi spiegheresti come ti appropri dell’Alterità? 

NV: Ninos Du Brasil è nato come uno scherzo avvenuto per necessità. È diventato un progetto reale a distanza di dieci anni. Le prime prove sono state dei concerti e l’aspetto ritualistico del live è diventato un punto fondamentale. Nei miei progetti musicali è sempre stata la presenza del pubblico, il mio passaggio per l’altrove.

V: Suono e arte visiva. La compresenza di queste due forme d’arte ti permette di dialogare con molti autori. Tra questi, ricordiamo Carlos Casas, che ha realizzato una serie di video per Novos Misterios: perchè proprio lui?

NV: Carlos è un amico e un alleato prezioso. Conosce e comprende in profondità il mio lavoro ed è una delle poche persone con le quali dibatto dei miei progetti quando ancora sono poco più che visioni e fantasie.

V: Avete lavorato recuperando del materiale da YouTube, con quale finalità? 

NV: I film scelti con Carlos sono dei classici della cinematografia brasiliana. Non necessariamente i più conosciuti. Volevamo renderle omaggio cercando al contempo di ribadire un legame con un immaginario che continua a essere di riferimento e ispirazione per i Ninos Du Brasil.

V: Sei stato uno dei protagonisti principali della scorsa edizione di C2C, incarnandone lo spirito avantpop e contemporaneo, con i Ninos e Codalunga. Questa collaborazione continuerà anche in futuro? 

NV: Quella con C2C è una collaborazione cominciata diversi anni fa. Così com’era stato con Dissonanze credo che la sua peculiarità stia nel carattere continuativo e nell’apporto creativo. Certamente questo dialogo con Sergio Ricciardone e il suo festival continuerà anche nella prossima edizione (dal 4 all’8 novembre 2015, NdR). Abbiamo dibattuto recentemente di un progetto a Milano che annunceremo a breve e di un nuovo intervento di Codalunga.

 

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