Umorismo britannico e un punto di vista critico sui tabù e sui costrutti che definiscono misoginia e maschilismo nella vita quotidiana. Con irriverenza e ambiguità inizia da qui la storia di Sarah Lucas e la sua riflessione sul corpo, capace di transitare tra simboli e stereotipi maschili e femminili. La capacità di oltrepassare le definizioni, compresa quella di “artista femminista”, la guida sin dagli esordi negli Anni Novanta. All’interno del contesto degli Young British Artists manifesta da subito una naturale tensione verso l’esplorazione del sessismo, facendolo capitolare all’interno delle sue fantasie.

Fotografie, collage, sculture, disegni rivelano desideri e pulsioni represse, mentre i suoi autoritratti mettono in scena una galleria di personaggi dalla sessualità provocante. Nella sua pratica artistica c’è molto del surrealismo, ma viene coniugato con una sensibilità pop e ironica e con una carica espressiva misteriosa e viscerale. La critica lanciata allo sguardo maschile la posiziona in continuità col filone delle artiste femministe degli Anni Sessanta, ma il suo lavoro risente molto anche di un’esplosione della dimensione urbana, tra kebab, uova fritte e bagni pubblici, e di una introspezione psicoanalitica che la spingono a rappresentare il corpo senza paura, filtri e preconcetti.

L’anatomia come bellezza e trauma è un tema ricorrente, tanto quanto l’incoraggiamento rivolto alle donne a prendere confidenza con sé stesse. Dalla collaborazione tra Fondazione Nicola Trussardi e MiArt, iniziata nel 2013 col progetto Liberi tutti, quest’anno, durante la diciottesima edizione della fiera d’arte è stato presentato l’intervento site-specific di SaraLucas INNAMEMORABILIAMUMBUM,
all’Albergo Diurno Venezia, edificato tra il 1923 e il 1925, su progetto dell’architetto Piero Portaluppi e definitivamente chiuso al pubblico nel 2006. Tra le affascinanti rovine di questo pezzo di storia milanese, ora sotto la tutela del Fondo Ambiente Italiano, ci siamo lasciati stupire dalle provocazioni dell’artista britannica, già protagonista indiscussa della 56esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, con la mostra I SCREAM DADDIO.

 

Articolo pubblicato su Espoarte.

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