Un viaggio intenso ed emozionante in un futuro prossimo, dove la clonazione è possibile e le relazioni ci pongono di fronte a una nuova umanità. A Cameron viene diagnosticata una malattia terminale, il suo medico gli prospetta una soluzione alternativa per proteggere la sua famiglia dalla sofferenza ma anche dalla verità. Abbiamo approfondito le implicazioni di questa distopia soft con l’autore e regista premio Oscar Benjamin Cleary, il protagonista Mahershala Ali e la co-protagonista Naomie Harris.

V: Il futuro che hai delineato non si discosta troppo dal nostro presente. Allo stesso tempo appare come un mondo ideale firmato Apple. Nelle note di produzione sono citati diversi artisti e architetti come riferimenti per il design degli spazi: James Turrell, Ólafur Elíasson, Oscar Niemeyer, Peter Zumthor. Appare anche per questo motivo un’opera ibrida, al confine tra branded content e cinema. Che cosa ne pensi?

Benjamin Cleary: Nel film tutto ciò che riguarda il design e la tecnologia ha ricevuto un forte input da Apple. Va però sottolineato che Annie Beauchamp è una fantastica production designer, il cui lavoro si è sviluppato parallelamente al mio, di scrittura della storia. Insieme abbiamo cercato di capire come potesse prendere forma un mondo simile al nostro, perché il cuore della narrazione sono i sentimenti umani, quindi volevo richiamarmi ad una fantascienza realistica, in cui la tecnologia fosse pervasiva ma retrocedesse sullo sfondo, diventando quasi invisibile e credibile come parte della vita di tutti i giorni. Il luogo in cui Cameron sceglie di duplicare se stesso è come una clinica privata. Doveva sembrare normale per un essere umano passare lì gli ultimi giorni della sua vita, per sottoporsi ad un vero e proprio “intervento” di clonazione, di duplicazione dell’identità.

 

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V: Cameron è il protagonista. Lo spettatore si identifica con la sua lotta interiore. Guardando il film però è impossibile non domandarsi come si senta Jack riguardo al sostituire Cameron nella sua vita, ma anche circa la sua resistenza ad abbandonarla per lasciare spazio al suo doppio. Jack in fondo ha tutto il diritto di vivere la vita che gli “viene consegnata”. Come hai lavorato sul dissidio interiore di Jack?

Mahershala Ali: Prima di tutto Jack sente di avere il diritto di vivere la vita di Cameron perché nella sua mente ha preso forma. Quando si sveglia al mattino lui si comporta come Cameron, perché è come se avesse vissuto quei suoi quaranta e passa anni. Ciò che Jack comprende, più in profondità di chiunque altro, è il dissidio interiore con cui Cameron si sta confrontando, perché lui stesso è Cameron. Il vero problema però è che Cameron non può condividere questo dilemma o questa opportunità con sua moglie. Non può rivelare a Poppy la sua scelta. Parte delle debolezze di Jack sono rappresentate dal conflitto interiore di Cameron, che lo porta ad uno stallo, perché non può parlarne con nessuno. Vuole davvero lasciare spazio nella sua famiglia a qualcuno che contemporaneamente sia e non sia lui? Nessuno può confortare e consigliare Cameron per spingerlo ad andare avanti e Jack comprende molto bene quanto questo passaggio sia complicato per lui, ma non sa come rendere la decisione più semplice e come aiutarlo a risolvere il suo senso di colpa.

V: La domanda principale che pone questo film è: che cosa esattamente definisce chi siamo? Mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista, perché sei un’attrice ed è il tuo lavoro interpretare personaggi diversi.

Naomie Harris: Credo che ciò che mi definisca sia essere una “cercatrice”. Non sono mai soddisfatta di ciò che solitamente può inquadrare un essere umano, come: sono nata in questo luogo, in questo mondo, ho scelto di sposarmi, fare dei figli o qualsiasi altra cosa possa essere pianificata. Fino alla morte. Ho sempre pensato che ci fosse di più, qualcosa che occorreva cercare, capire e conoscere. Perché sono qui? Che cosa c’è sotto a quello che vediamo? Ciò che mi ha spinto e guidato fino ad oggi nelle mie azioni, è che sono costantemente alla ricerca di risposte.

Swan Song, Benjamin Cleary.

V: Pensi sia possibile rimpiazzare una persona nella vita senza conseguenze? Pensi che sarebbe stato possibile in questa storia, se fosse stata una serie tv per esempio? Quali implicazione avrebbe avuto? Poppy avrebbe compreso la differenza tra Jack e Cameron? Avrebbe potuto vivere con lui anziché col suo vero marito?

Naomie Harris: In passato non pensavo si potesse sostituire una persona con un clone. Ma Benjamin Cleary, che è il registra e l’autore della storia, ha fatto un’ampia ricerca sulla clonazione e ci ha posto di fronte ad una possibilità reale, in un futuro non così distante. Questo è il motivo per cui è nato il film. Penso che la cosa più difficile da comprendere però sia l’anima, di che sostanza sia composta, di cosa si tratti esattamente. Anche gli animali hanno un’anima. Tutto ce l’ha. Quindi è difficile capire come possa essere replicata. Per quanto riguarda invece le implicazioni di lungo termine, se il film diventasse una serie, credo sarebbe molto interessante da sviluppare. L’idea che Poppy scopra che Jack non è Cameron e che ha vissuto con un clone è intrigante! Anche per Jack non sarebbe semplice, perché lui non ricorderebbe di essere un clone, essendo la sua memoria stata cancellata. Potrebbe essere rifiutato improvvisamente da colei che crede essere sua moglie. Wow! Sarebbe così affascinante da vedere.

Swan Song, Benjamin Cleary.